| Pum, pum, pum. I tacchi dei mocassini del prof. Percy Cartney sbattevano sulla nuda pietra dei pavimenti del castello dove risiede la famosa Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Il neo-docente, nominato poco tempo prima insegnante di Trasfigurazione, era rimasto meravigliato quando il messaggio della prof.ssa Scelus era giunto nel suo ufficio portando l'importante notizia. La vice-preside lo attendeva nel suo appartamento per una cena proprio quella sera per discutere dell'anno scolastico alle porte e del metodo di insegnamento e giudizio verso i nuovi studenti. Il professore uscì definitivamente dal suo studio alle ore 19:50, l'appuntamento era alle 20:00 e lui non voleva fare un minuto di ritardo, ma neanche uno di anticipo. Era il suo primo appuntamento con la professoressa, nonchè vice-preside, ed era importante la prima impressione. Prima di aprire la porta dell'ufficio del docente di Trasfigurazione, al fine di uscire dalla stanza e recarsi dalla Scelus, si sistemò la giacca blu e la lunga cravatta celesta a pallini azzuro scuro. Portava dei lunghi pantaloni di cotone anch'essi blu che si fermavano poco al di sotto delle caviglie in una cucitura poco visibile. Si sbattè la porta alle spalle uscendo dallo studio. Prese un profondo respiro ed iniziò a camminare lungo i corridoi del terzo piano del castello arrivando quasi immediatamente alle scale che conducevano all'ufficio del preside. E perché il nostro professore si sta recando nell'ufficio del preside per incontrare la VICE-preside?! Bella domanda! Forse la prof.ssa Scelus si divertiva a sentirsi un pezzo grosso accomodandosi sulla poltrona dell'uomo più importante di Hogwarts? O il suo studio si era di colpo allagato completamente e, per ovviare a questo tragico evento, si era andata a rintanere nell'unico studio avanzato della scuola? Percy soffocò una leggere risatina alle strane domande che si stava ponendo nella sua testa. Ora il suo sguardo si fece serio mantre continuava a percorrere gli ampi corridoi di Hogwarts diretto all'uffcio del preside. Altri pensieri gli stavano affolando la testa e di colpo tutto si fece più buio. Il professore si rese conto verso cosa stava andando incontro. Un anno scolastico, il primo, governato da una donna che nessuno aveva mai conosciuto. Come arrivata dal nulla, ma era la più importante carica all'interno del castello e, perché no?!, magari avevano anche delle idee in comune. Aveva sentito dire che la Scelus odiasse i babbani, e quei sudici sporchi mezzosangue! Questo era già un punto che condividevano. Il nostro neo-insegnante trovava disgustoso permettere a quella gente di frequentare la nobile scuola dove lui insegnava. Sporcare in questo modo il nome di uno dei più importanti istituti del mondo magico! Lui e la vice-preside la pensavano allo stesso modo su questo campo, o almeno così credeva Percy mentre accellerava leggermente il passo alla vista dell'orologio in pella legato al braccio sinistro che indicava le ore 19:53. Ma che cosa succede?! Si chiese dopo aver girato un angolo sobbalzando all'indietro. Una sostanza verde e sudicia riempiva il pavimento. Il professore si avvicinò ad essa controllando da vicino la situazione senza fare ancora nulla. Sono qui per insegnare! Non per fare le pulizie di primavera! Sbuffò estraendo la bacchetta e cominciando a muoverla sulla sostanza che piano piano si stava dissolvendo nel nulla. Dopotutto era l'insegnate di Trasfigurazione, a chi meglio di lui sarebero riusciti questi incantesimi?! Sarà stata qualche strana sostanza persa da quel tonto del guardiano... Bisbigliò con un filo di cattiveria riprendendo a camminare e rinfinlando la bacchetta in una delle tasche interne della calda giacca blu. Ore 19:55, non aveva perso molto tempo nelle "pulizie di primavera" e pensò di fare un salto in Sala Grande a visionare l'ampia stanza che di lì a pochi giorni sarebbe stata invasa da centinaia di studenti a tutte le ore della giornata. Aprì con un colpo di bacchetta le grandi porte d'ingresso della stanza e rimase un secondo immobile, affascinato da quella meravigliosa visione. Tanti anni prima anche lui si era seduto tra quei tavoli, anche lui aveva mangiato da uno di quei piatti, anche lui aveva riso, pianto, si era divertito e aveva provato per la prima volta... l'amore. Quelle mura erano state la sua casa per anni e tornarci adesso da professore era diverso, magico. Avrebbe visto tanti giovani studenti provare ciò che lui aveva provato, passare sette allegri anni all'interno di quel castello. Avrebbe visto Hogwarts diventare la casa di tanti alunni con ancora molte decisioni da prendere e tornare anche la sua più grande dimora. Fece qualche altro passo verso l'interno e andò a sedersi al tavolo dei Corvonero. E si, la sua vecchia casa. Era appartenuto a quella "famiglia". Aveva vissuto con i suoi compagni 7 anni di giovinezza ed ora, risedersi a quel tavolo, riprovare quelle emozioni gli fece venire i brividi. Chiuse gli occhi ricordando i rumori che ogni giorno udiva dentro la Sala Grande. Sentiva i suoi vecchi compagni mangiare a tutta velocità il loro piatto ricco di becon e uova e quindi alzarsi immediatamente e mettersi a correre perché in ritardo alla lezione. Sentiva la magia del banchetto di inizio anno ritornargli in mente. Riaprì di colpo gli occhi alzandosi dalla bassa sedia dove era accomodato. Rimase qualche altro secondo immobile a godersi il silenzio della Sala Grande. Poche volte aveva provato l'emozione di non udir nulla all'interno di quel caldo luogo. Pochi giorni e sarebbe iniziato tutto da capo, sarebbe di nuovo vissuto in quel magico castello, avrebbe insegnato la sua materia preferita, avrebbe mangiato nel tavolo dei docenti. Di lì a poco tempo, tutto sarebbe cambiato. Distolse definitivamente lo sguardo dal tavolo dei professori e, girandosi verso la porta da dove pochi minuti prima era entrato, uscì dall'ampia sala diretto finalmente in presidenza. Ore 19:58. Aveva perso vari minuti all'interno dela Sala Grande e per lui il tempo ora era contato. Salì le scale diretto all'ufficio della prof.ssa Scelus e giunto finalmente di fronte al gargoyle a guadia dello studio del preside, pronunciò la parola d'ordine segnalatagli nella missiva della Scelus. Cuba libre. Esclamò osservando la statua girarsi a mostrare le scale. Le salì lentamente e si fece avanti verso la porta dello studio. 57, 58, 59, 60... ore 20:00 in punto. Percy sbattè le nocche delle mani sulla lignea porta e, agitato ed in ansia, rimase in silenzio in attessa del permesso di entrare dall'interno.
Edited by Percy Cartney - 8/11/2011, 17:52
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