Un fulmine nero ci mostra il destino.., Role Privata - Per gli utenti: IMPORTANTE E DA LEGGERE

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view post Posted on 9/10/2011, 14:52
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Disse il corvo: « Mai più ».
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"Dall'abisso dove sto, più in basso non si cade, qui non esiste Ade, qui non esiste Amen!"

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Era una notte buia, i lampi ornavano quella tarda serata, la pioggia batteva forte per terra e l’eco dei tuoni spaventava le più fameliche delle creature o almeno.. o almeno si sperava che fossero i tuoni a farle fuggire via piangenti e agonizzanti con gli occhi pieni di paura ed il viso pietrificato dallo spavento.. speranza che, come più delle volte, si rivelò vana. Il vero orrore di quella notte stava passeggiando con tutta tranquillità per le strade di Godric’s Hollow.. la gente chiudeva le porte, serrava le finestre, proteggeva le case con incanti anche se sapevano tutti che sarebbero state vane se solo lui avesse provato ad alzare un dito..
Un essere misterioso di cui nessuno conosceva l’entità o la provenienza, dal viso irriconoscibile data la maschera che portava perennemente in viso.. una maschera di morte simile ad un teschio di ferro che lasciava a stento intravedere la bianchissima pelle e gli occhi di ghiaccio ai quali nessuno aveva retto confronto.. un lungo cappuccio posto sopra quest’ultima ed una veste che calava sin sotto i piedi nascondendo quel completo nero a chi gli dava le spalle e lasciando intravedere un elegante ma al quanto tetro vestito ornato di strani simboli.. purtroppo per la gente di quel posto impugnava una bacchetta, i bambini iniziarono a piangere ed il suo viso si voltò verso una casa alla sua sinistra, una casa in costruzione..
Non arriverà mai il giorno in cui il caro signor Potter vivrà i suoi miseri giorni da neonato in quelle mura..
La bacchetta si levò ritta contro la struttura, ne fuoriuscì un bombarda maxima non verbale dalla potenza spaventosa.. l’intero palazzo crollò e di quest’ultimo non rimase che cenere. Il destro bracciò calò dunque nuovamente ai suoi fianchi ed il prosieguo del suo cammino ben presto rivelò la meta dello sconosciuto terrore vivente.. il cimitero..
Aprì il cancello e continuò dritto per la sua strada, la pioggia batteva così forte quel giorno che quasi pareva volesse scavare la terra delle tombe per nascondervi e trovare salvezza nell’oltretomba, il vento invece che forte soffiava faceva sembrare gli alberi esseri capaci di pensiero razionale e che in quel momento intendevano darsela a gambe dato il movimento brusco che i rami presentavano..
Fu proprio vicino uno di quest’ultimi che lo strano essere si recò.. su di un ramo del terzo albero sulla destra a partire dall’entrata v’era poggiato tranquillo un nero corvo con un occhio azzurro e un altro rosso.. l’animale simbolo delle discordie che possedeva un viso rispettivamente significante odio e sangue. A quest’ultimo la mano dell’uomo mascherato pose un piccolo pezzo di pergamena mal ridotto al quale era legato un ciuffo di capelli appartenenti a Victor Pound.. probabilmente una persona normale li avrebbe scambiati per dei capelli qualunque ma non il destinatario del messaggio..
Ti sto aspettando..
Questo disse con tono freddo e macchinoso (dovuto anche a ciò che gli copriva il viso), questo era riportato nel messaggio diretto a Lara Scelus, l’attuale vice-preside di Hogwarts..
Una forza del male era piombata sul mondo magico che visto il preside in fin di vita, la vice messa alle strette dal coordinatore e gli Arcana che ancora non avevano rivelato la loro natura e le loro intenzioni, aveva perso la sua tranquillità odierna..
L’essere misterioso conosceva Harry Potter.. che non fossero stati soltanto Lara e Victor a venir trasportati in quel passato sino ad allora calmo e pacifico? Chi era costui? Cosa voleva? E perché aveva, con tutta probabilità, profanato la bara di Pound?
Ricordiamo che quest’ultimo non era stato seppellito nel cimitero dei maghi data la sua somma malvagità bensì in un cimitero comune nei pressi di Hogwarts ..
L’essere misterioso poi si spostò nuovamente recandosi vicino ad una zona vuota, deserta .. non v’era nessuna tomba.. solo tre alberi.. alberi naturali che avrebbero lasciato spazio tra qualche decennio a quelli genealogici della famiglia Pound..
Nel frattempo il corvo volava sotto quella pioggia senza alcun problema, pareva quasi essere abituato ad un clima del genere.. un clima oscuro.. così, senza rischi ne pericoli giunse a destinazione..
 
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Phollia
view post Posted on 10/10/2011, 14:26




Lara Scelus, la donna che aveva conquistato Hogwarts, la donna che aveva costretto il Ministero della Magia a censurare la presa della scuola, la donna che stava cercando l’erede in quell’epoca, la donna con il cuore a pezzi e piena di ira e di rancore, la donna che ora, nel suo caldo letto non riusciva a dormire. Gli occhi freddi, sbarrati, puntati sul soffitto del baldacchino. Erano ore che si era sdraiata ed erano ore che non riusciva a prendere sonno, si sentiva agitata, come se qualcosa di importante stesse per succedere o era appena successo. Lo chiamavano sesto senso da lupi, da animali, da creature della notte, ma in ogni caso la sensazione era sempre la stessa. In un primo momento si era girata e rigirata nel giaciglio cercando la posizione più comoda, ma era giunta alla triste conclusione che il lato su cui dormiva non contava. Sentiva di dover scappare, voleva gettarsi fuori dalla finestra e smaterializzarsi fino alla “modesta” dimora sui colli Romani dove certamente avrebbe trovato un po’ di pace. Ma era anche insicura: non poteva lasciare la Hogwarts appena conquistata, non aveva ancora un braccio destro che potesse tenere la situazione sotto controllo se ci fosse stata una rivolta; ella doveva restare lì, inchiodata nella sua stanza pronta a combattere. Anche se mossa dall’ansia riusciva comunque a pensare a Pound e agli ultimi avvenimenti. Era la prima volta nella sua vita ad essere stata sconvolta, sconvolta nel profondo, quasi ferita. Già la morte del compagno era stato un duro colpo, i due avevano sempre saputo che in ciò che facevano c’era un alto rischio di fallimento, era sempre stati consci che la morte era in agguato, ma mai avevano pensato che uno sarebbe rimasto in vita, mentre l’altro l’avrebbe persa. Mai. Era un pensiero che non gli era passato nemmeno nell’anticamera del cervello eppure, eppure era successo. E Lara sapeva che se fosse stato il contrario per Pound sarebbe stato più facile superare la cosa, avrebbe reagito meglio, non sarebbe stato tanto a piangere sul suo corpo freddo, sulla sua tomba di marmo, non aveva versato neppure una lacrima sul corpo del Nonno ed ella non poteva aspirare ad essere nemmeno la metà di quello che aveva significato per lui il capostipite. In più aveva scoperto che la tomba era stata profanata, che qualche zotico mezzosangue aveva estratto il cadavere e portato via senza apparente spiegazione. L’indignazione, l’ira di una nobile purosangue si era scatenata. Aveva rimandato l’apertura di Hogwarts di un mese, in modo da cercare ogni indizio che la portasse al profanatore per poterlo cruciare per benino. Eppure fino a quel momento non era giunta a nulla, non un sussurro, non un alito di vento in quell’epoca l’aveva aiutata, l’aveva messa sulla buona strada. E in quella notte, in quella notte in cui grosse gocce di pioggia picchiavano sul vetro e il vento ululava e s’infiltrava negli spifferi dell’antico castello non riusciva a far altro che fissare con gli occhi di ghiaccio il soffitto. Aveva mille problemi a partire dal corpo docenti di Hogwarts, al modo per cambiare la storia, trovare l’erede, i doni, la ricerca dei doni, ma non riusciva a far altro che pensare a quello che era stato, quel breve frammento vissuto con il Lord. Il Parricidio, il Parricidio a casa Pound, quel contatto inaspettato, quella mano rassicurante tra le sue dita e poi subito rimembrava l’immagine del corpo, del corpo freddo da ore, la mano incenerita, l’ardemonio che aveva devastato ogni cosa. E amava mettere il coltello nella piaga, soffrire, amava soffrire. Dicono che le uniche cose che non si dimenticano sono quelle che ti hanno fatto più male. Ella non avrebbe scordato. Ad un tratto, in un momento di calma della tempesta sentì picchiettare alla sua finestra. La donna si alzò di scatto con i nervi tutt’un fascio: chi le poteva mai scrivere in un mondo così ostile? Andò alla finestra, catapultandosi alla velocità della luce, ma non ci trovò un gufo ad aspettarla, non vide nulla. Probabilmente se l’era immaginato. Tornò a letto fissando incantata le braci del camino ormai spento, rabbrividendo nella sottile camicia da notte di seta. Si stava per sdraiare un’altra volta sotto il caldo piumone ma sentì nuovamente un picchiettio sul vetro, stavolta un pochino più forte. Con calma, osservano con lo sguardo d’acciaio il punto da cui veniva il rumore, si avvicinò. Come per la prima volta non vide niente, ma poi, illuminato dalla luce di un fulmine notò uno spaventoso essere corvino, che continuava a battere maligno il vetro con un adunco becco. Creatura repellente, un occhio iniettato di sangue che faceva venire i brividi; avrebbe preferito di gran lunga non aprigli e aspettare che se ne andasse ma non era una pavida né una stupida, poteva avere informazioni importanti dato che portava un foglio di pergamena. Lentamente fece girare la maniglia e aprì un piccolo spiraglio in modo che entrasse; una spruzzata d’acqua arrivò con la creatura raccapricciante che le bagnò il braccio e il fianco sinistro. L’ignorò. Il Corvo si scrollò un po’ d’acqua di dosso e poi le porse il messaggio. Ti sto aspettando. Sussurrò leggendo. Pound, Pound, POUND!!! Fu il suo primo pensiero, ma poi l’entusiasmo del primo momento crollò vedendo che la creatura le indicava anche un’altra cosa: una ciocca di corvini capelli, banale a vedersi, ma lei sapeva fin troppo bene a chi era appartenuta.  Dove mi sta aspettando il tuo vile padrone? Si rivolse gelida, con tono minaccioso verso il corvo. Questo si avvicinò alle ultime braci del camino, ignorandola, non dando segno di volerla aiutare. Era presa dall’ira, da un fuoco che come l’ardemonio le bruciava dentro, che traspariva nel suo sguardo e che si tramutò in un lampo di luce verde Avada Kedavra! La creatura rimase a terra stecchita e la frustrazione della strega per un attimo si calmò, le si dipinse un sorriso gaio e giocondo in volto e sussurrò tra se Quanta soddisfazione danno le Maledizioni Senza Perdono quando sono desiderate ardentemente …  Poi si diresse nella sua cabina armadio cercando alla rinfusa qualcosa di adatto da mettersi. Alla fine optò per un paio di pantaloni di pelle nera da Quidditch rigorosamente impermeabili e attillati. Nei piedi un paio di tacchi alti rossi, i suoi preferiti e infine, sopra ad una semplice dolcevita nera una mantella del medesimo colore delle scarpe. Un trucco leggero sul volto, si tirò su il vermiglio cappuccio e uscita dalla mura magiche si smaterializzò. Dove era diretta? Cimitero dei Maghi dove anni dopo sarebbero state costruite le tombe di famiglia dei Pound. Era l’unico luogo che le pareva sensato, che riconducesse il Lord alla morte. In un attimo fu al cancello di ferro d’ingresso, una mano bianca come il latte lo aprì e si ritrovò in un cimitero di lapidi. Che posticino allegro eh pensò mentre si faceva strada tra i marmi grigi. La pioggia continuava incessantemente a picchiare furente, sul suo cappuccio, sul suo cereo volto, sui suoi pantaloni e sui tacchi laccati. Aveva paura, certo che aveva paura, ad ogni passo impugnava più forte la bacchetta di Biancospino, sentiva i nervi tesi, contratti, pronti a scattare al primo movimento. Non riusciva però a bloccare le proprie gambe, che le sembrava andassero da sole verso una menta indefinita. Niente panico, calma e sangue freddo. Svuotò la mente, l’anatema che uccide pronto sulla punta della lingua. Vide in lontananza una figura sotto il temporale, una figura scura e incappucciata che le dava le spalle. Scagliò il cadavere dell’uccello a pochi metri dall’uomo e con tono provocatorio, mentre i suoi occhi ardevano di luce propria domandò: Allora?



Edited by DDM Staff - 17/10/2011, 15:43
 
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view post Posted on 10/10/2011, 21:51
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Fermo, con il viso alzato verso il cielo e la pioggia che gli batteva forte sulla maschera, lo strano uomo attendeva lo scorrere degli eventi.. gli occhi chiusi mostravano la più che bianca pelle, lo scroscio incessante e sempre più forte dell’acqua che cadeva sul terreno, il vento che muoveva i rami degli alberi sino addirittura a romperne alcuni rendeva insonoro quel luogo.. lo rendeva ostile da suoni che non fossero quelli succitati eppure.. eppure le sue orecchie ascoltavano perfettamente.. i suoi occhi ora riaperti scrutavano quel nuvolo cielo che copriva il quarto di luna.. sino a quando..
Sino a quando non udì dei passi.. non si voltò.. no.. rimase a dare le spalle alla figura che lui stesso aveva chiamato.. un licantropo, una maga.. Lara Scelus!
Si rese conto da subito che era arrivata proprio come si aspettava lui.. furiosa, vogliosa di risposte eppure.. eppure era giunta non curante del pericolo.. si girò lievemente mostrandole la maschera in ferro rappresentante un teschio particolarmente malvagio data la contrattura interna che presentava al livello delle guance e i lievi ornamenti che la rendevano al quanto particolare ed unica nel suo genere..
Non la calcolò più di tanto, voleva spiegazione ma i gli occhi freddi come il ghiaccio rimasero poco concentrati sul suo viso incrociandolo rapidamente.. si portarono sul corvo che aveva gettato alle spalle sue.. lo prese con garbo portandolo in mano mancina e parlando con il cadavere di quest’ultimo disse..
Mmmm.. peccato.. eri un corvo dalle ottime doti ma ne troverò altri come te dopo tutto.. ti ho creato io..
E stringendolo forte nella stretta “spappolò” il corpo facendo schizzare sul nero guanto le budella.. andò poi scrollandosi la mano e lasciando cadere quel maltrattato corpo per terra..
Forse è una mia insana abitudine quella di non prestare rispetto per i cadaveri altrui.. non pensa anche lei madame Scelus?
Evidentemente amava provocare la gente e doveva essere molto sicuro di se per provocare in tal modo una delle più grandi maghe di allora.. forse non la conosceva... eppure si riferì chiaramente alla profanazione della bara di Pound.. voleva stuzzicarla! Nella mano destra impugnava la sua bacchetta.. nera come la pece..
Contro di me non le servirà quella.. non la potrebbe mai salvare..
Ed indicò la stessa arma che manteneva salda la donna.. contemporaneamente al pronunziare di questa frase due fulmini piombarono dietro di lei.. due fulmini neri.. Uscirono fuori due figure incappucciate proprio come la donna.. altri due maghi che però non impugnavano una bacchetta e si erano inginocchiati davanti alla figura mascherata.. erano uno a destra e una a sinistra della donna.. quello al primo lato citatovi parlò dicendo..
Mio Signore la stavamo cercando, sa che..
Fu interrotto però prima di concludere la frase..
Avevo detto che non volevo essere disturbato..
Ma mio signore..
Controbatte l’altro alla sinistra della donna, alchè l’uomo si voltò, rapido e fugace come un falco punto la sua bacchetta..
Avada Kedavra!
L’uomo cadde inerme per terra, l’altro spaventato raccolse il cadavere del compagno e si smaterializzò con esso.. chi erano quei due tipi? Cosa volevano dallo strano uomo? Perchè si erano inchinati al suo cospetto?..
L’attenzione tornò sulla donna.. su Lara..
Questi maghi del passato.. sono così incompetenti.. per questo ho bisogno di lei milady.. suppongo lei non sappia chi sono io vero? Però sa che ho qualcosa che le può interessare..
E dall’interno della veste con la mano sinistra tirò fuori una foto che le lanciò con svogliatezza.. nella fotografia v’era il corpo di Victor Pound steso su un letto mal ridotto.. la cosa si faceva strana.. cosa voleva dalla vice preside? A cosa le serviva? Perché aveva preso il corpo di Victor?..
Poi si avvicinò alla donna.. gli stivali neri schiacciavano il fango come fosse un leone che osserva la sua preda e si muove con passo pesante si.. ma silenzioso.. il mantello strisciava per terra come un serpente sino a portare l’oscura figura a pochi passi dalla donna.. questo portò la mano sinistra verso il viso di Lara e le toccò lievemente i capelli.. si voltò nuovamente strappandole di mano quella foto che poi buttò per terra e calpestò sino a che non il fango e la pioggia non la resero più in grado di mostrare la figura che essa conteneva nel suo scatto..
Lei ha qualcosa di mio.. qualcosa che mi appartiene di diritto eppure non immagina nemmeno di cosa sto parlando non è forse vero?.. Lei.. lei possiede parte di Victor Pound.. è per questo che ne soffre la scomparsa.. è per questo che è così legata a quell’uomo.. eppure non lo sa.. non sa come.. non sa perché e forse non crederà nemmeno a me.. ahahah.. non mi stupirei.. dopo tutto vi sono molte cose che le devo spiegare.. vede..
Scostò il mantello che gli copriva il mancino braccio, con la man destra (dopo aver riposto la bacchetta), tirò su la nera manica sinistra e permise la chiara visione di un simbolo che la Scelus conosceva perfettamente.. il simbolo dei Pound.. una rosa avvolta da un serpente.. la pelle era bianca.. rovinata.. secca.. eppure quel marchio incisogli con un incanto.. quel marchio perenne.. era visibile come fosse stato fatto il giorno prima..
.. Sono io Victor Pound..
Così freddo alzò lo sguardo verso la donna ed attese una sua reazione.. una sua risposta..
 
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Phollia
view post Posted on 11/10/2011, 16:21




La pioggia picchiava infuriata sulla nuda terra sempre di più, incessante, come una disgrazia diabolica che sconvolge il mondo, tremenda, implacabile. Solo due figure erano all’aperto quella notte, solo due persone stavano ritte sotto il temporale . Gli alberi, particolare che non aveva ancora notato, si stavano piegando sotto la furia della tempesta, , i rami si spezzavano, se fosse stata credente probabilmente avrebbe invocato il supremo, ma dato il suo completo più sano ateismo si era limitata a chiamare in suo aiuto dio Pez (castità) a fissare la figura incappucciata. Questa si era voltata e rivelato una maschera di ferro che era stata sinistramente illuminata da un fulmine. Il tuono rimbombò nelle sue orecchie coprendo le parole dell’uomo verso la defunta creatura, che poi spappolò tra le sue dita. “Che schifezza” pensò mentre vedeva il liquido scendere e colare a terra. Un brivido di ribrezzo le percorse la schiena, e piano, lentamente quelle poche parole uscite fuori da quella maschera dura, cattiva le trafissero la difesa che si era creata, si insidiarono nella sua mente e per un attimo i suoi pensieri furono nudi, indifesi nei confronti dello sconosciuto. In fretta, più rapidamente possibile si riprese, richiuse la mente grazie all’Occlumanzia e il suo volto, che era una maschera efficace come quella del suo interlocutore non espresse emozione, sentimento anche se ne provava. L’odio, l’ira, che l’avrebbero portata a far scattare la bacchetta in alto a pronunciare quelle due fatali parole, o anche una sola, crudele, furono controllati. L’unico segno di mutamento furono le sopracciglia che dopo quelle infide parole si corrucciarono in un cipiglio aquilesco. Naturalmente non era brutta neanche così, ma era come se il suo volto fosse vissuto, vissuto per ere e ere e che ora non riuscisse a reggere contro quella maschera di ferro. Oh,  penso che le insane abitudini siano ben altre, una mano facile al crucio è molto peggio. Le sue parole, la sua risposta era fredda, vuota, da ipocrita quale era. E non capiva, non capiva come Pound fosse rimasto così impresso nella sua memoria, nella sua anima. Ma qualcosa di oscuro, di tremendo stava incominciando a formarsi dietro le mura della sua mente, qualcosa di impensabile, qualcosa di cui aveva paura. Ma l’uomo non le diede tempo ad arrivare ad una conclusione che, sotto l’incessante pioggia, riprese a parlare indicando la sua bacchetta. Posso avere l’onore sapere il nome del presuntuoso ed egocentrico che pensa che una bacchetta di nobile biancospino non possa sconfiggerne una di pari livello? Nemmeno la stecca della Morte potrebbe essere invincibile.. ma non riuscì ad avere risposta poiché comparvero con due fulmini due figure che evidentemente erano serve dell’uomo mascherato. Volevano parlare, volevano riferire qualcosa al loro Lord ma non ve ne fu il tempo, questi uccise la prima senza pietà. L’altra si rismaterializzò in fretta. Lara osservò tutta la scena un po’ perplessa, gli interrogativi sull’identità erano sempre maggiori e complicati. La sua testa lavorava macchinosamente, cercava qualcosa, un piccolo particolare che forse le era sfuggito, che forse era stata la causa della sua rovina. Il flusso regolare dei suoi pensieri fu nuovamente interrotto dalle parole metalliche dell’uomo. “uomini del passato” allora sapeva, sapeva tutto e quindi chi poteva essere se non Pound? Qualcun altro che si erano portati dietro per sbaglio? Ma chi? CHI? Una foto le volò davanti agli occhi, la prese in mano. Gli occhi per un istante le caddero sull’immagine, una foto babbana, rappresentante il compare steso morto su un letto. Come se non l’avesse ancora capito che l’uomo in maschera aveva a che fare con la “profanazione”. Si avvicinò, fece una cosa che non aveva per nulla previsto, le accarezzò i rossi capelli che a ciocche uscivano da dentro il cappuccio, le toccò il volto, ed ella non si sottrasse, non fece un passo indietro, si lasciò sfiorare, non aveva paura, era come rincontrare un vecchio amico. Poi un gesto brusco e la foto cadde nel fango, fino a scomparire. La creatura si ritrasse, mostrò l’avambraccio cereo, magro sul quale era tatuato lo stemma dei Pound. Possibile che fosse Victor, che non ci fosse nessun inganno? Fece un gesto strano, impulsivo, si avvicinò all’uomo, talmente vicino che sentì il suo fiato, intrecciò le bianche braccia dietro il collo, trovò le cinghie che chiudevo la maschera e le slacciò, dolcemente, lentamente e lasciò cadere la maschera a terra..



Edited by DDM Staff - 17/10/2011, 15:45
 
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view post Posted on 11/10/2011, 22:28
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Lara provava a tener testa almeno verbalmente allo strano uomo che le si era presentato davanti.. era sicura di poterlo contrastare anche nelle arti magiche eppure.. eppure quest’ultimo le infondeva insicurezza.. se non si fosse parlato della Scelus avrei osato addirittura scrivere paura ma.. ma Lara non provava quel sentimento o almeno sino ad ora non se n’era mostrata praticante..
Ignorò quelle parole pronunziate.. non le diede peso più di tanto proprio come lei fece quando si era rivolto al corvo morto..
Tuoni e fulmini ora stavano aumentando.. sembrava una gara che la natura si era posta di vincere.. terrorizzare di più di quanto facesse l’oscurità incarnata.. il fango aumentava sempre di più ed il terreno si rendeva instabile e scivoloso.. un tuono assordante e poi un fulmine che subito lo seguì schiantandosi contro un albero.. quest’ultimo prese fuoco ma non fece in tempo a divulgare le sue fiamme che il temporale le spense.. sembrava una lotta fra gli elementi.. una lotta sanguinaria ma che veniva ignorata poiché l’intero mondo magico se fosse stato lì a guardare avrebbe sicuramente scelto il canale postogli accanto.. quello d’un uomo e di una donna che si parlano.. di un mistero e di una certezza che si confrontano sfaldandosi.. di due mali che non hanno la benché minima intenzione di finire..
Chiese il nome dell’uomo.. lo sfidò, lo provocò provando a capire chi potesse essere così sicuro di se da sfidare apertamente e quasi deridere una delle più potenti bacchette di allora..
Il mio nome lo saprà presto.. le basti sapere che se le dico certe cose è perché conosco la verità.. so che non oserà torcermi un capello..
Disse con affanni tra dei puntini e gli altri.. la sua voce fredda e macchinosa si interrompeva come se dovesse riprendere fiato e caricarsi per poi continuare a parlare.. simile ad uno che aveva l’asma eppure.. non era asma.. no.. era qualcos’altro.. una strana aura lo avvolgeva.. una strana sensazione creavano le sue parole quando giungevano ad altrui orecchio.. strana sensazione che divenne addirittura di pietra quando pronunziò il nome di Victor Pound presentandosi come tale..
La donna stette in silenzio.. osservò il marchio che l’uomo le aveva mostrato, si avvicinò a quest’ultimo mettendogli lievemente le mani dietro al collo e..
No Lara, non..
.. E non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase che madamigella Scelus slacciò i lacci della maschera che cadde per terra provocando uno stridio talmente forte come l’urlo di una donna appena si distaccò dal viso dell’uomo riproducendo un metallico urto al suo impatto col suolo.. una specie di fumo nero si mostrò a Lara prima di presentare il volto.. un fumo nero che quasi avvolse il viso della donna come per soffocarlo e che poi si dileguò nel nulla dopo pochi secondi.. subito gli occhi dell’uomo si mostrarono e poco dopo anche il resto di quel viso.. di quella sottile barba.. Victor Pound.. quel Victor Pound che Lara aveva pianto..
Non lo fare mai più Lara.. non togliermi la maschera così all’improvviso..
Diede tempo alla donna di osservare il viso che s’era messo in evidenza dopo di che si rimise la maschera e tornò a parlare con tono freddo e serio..
La mia pelle è rovinata.. è bianca come quella di un cadavere e secca come una foglia d’autunno.. sono come ben sai un metamorfo mago.. potrei risolvere questo problema ritrasformandomi in me stesso ma comporterebbe troppa concentrazione e troppo sforzo.. il viso che hai visto poco fa non è il mio viso attuale.. c’è un motivo per cui porto questa maschera.. credimi.. non vorresti vedermi in queste condizioni.. ti ho salvato mutandolo da un’orrenda visione.. se dubiti della mia realtà.. se la tua razionale coscienza non ti permette di credere che io sia Victor Pound e quel simbolo non ti basti.. osserva gli occhi che ti son stati vicini in quel parricidio.. perché è da lì che tutto ha avuto inizio..
Stette in silenzio voltandosi e camminando verso l’albero che poco prima era stato abbattuto dal fulmine.. ne raccolse parte che era stata ridotta in cenere impugnandola con la mano destra coperta da quel nero guanto.. aspettò la donna.. sapeva che doveva dirle molto e sapeva che anche la stessa Lara probabilmente ne voleva sapere di più di quanto fino ad ora aveva potuto capire.. Victor le si avvicinò dunque mostrandole la cenere sulla mano destra.. la lanciò in aria.. piccolissimi frammenti di quest’ultima vennero spazzati via dal vento..
Io sono più inconsistente di essi..
E la guardò fredda.. cosa voleva significare quell’ “inconsistente”? Eppure Pound era corporeo.. aveva toccato Lara e quest’ultima aveva fatto lo stesso con lui.. ci stava parlando.. stava discutendo.. aveva visto un incanto fuoriuscire dalla sua bacchetta.. ma allora.. cosa voleva significare tutto ciò?
Ben presto le sarebbero state chiare molte cose.. ben presto ogni tassello del puzzle sarebbe stato messo al suo posto..
 
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Phollia
view post Posted on 13/10/2011, 14:51




La maschera scivolò a terra con un suono metallico, quella maschera che impediva la vista del viso, di quel viso che d’un tratto era riapparso vivo nella sua mente, impresso come un marchio a fuoco. Una nube di fumo nero prese i due volti, li legò insieme come se quella visione fosse concessa solo ad ella e nascosta a tutto il resto del mondo. Aveva gli occhi che bruciavano, che lacrimavano per cercare di rimanere aperti in quella condensa di pece. Pian piano si diradò e comparvero per primi gli occhi, occhi sofferenti che raccontavano una storia, quegli occhi neri che per la prima volta l’avevano squadrata da dietro al mantello di un grande uomo, quegli occhi cattivi che ricordava l’avevano ghermita piccolina, quando solo aveva cinque anni. Victor Pound. Ne era sicura, non aveva bisogno di altre prove, quel solo sguardo valeva tutto come una prova inconfutabile. Poi apparve il volto, la donna fece un passo indietro con gli occhi di ghiaccio che si erano immediatamente buttati a terra per paura di vedere, se portava la maschera un motivo c’era, ma ella d’istinto gliela aveva slacciata e ora doveva accettare la visione. Sbirciò con un occhio e si accorse che era il buon vecchio Pound, quel viso amico che aveva conosciuto l’anno precedente ad Hogwarts. Capelli corvini, i lineamenti squadrati, duri. Era lui. In quel momento, in quel preciso instante il suo cuore si avvicinò alla felicità, ma che subito fu soffocata dalle parole dell’uomo. Si era trasformato, aveva evitato di farle vedere il vero volto, l’immagine sfigurata della sua faccia che nascondeva con la maschera. Era debole. Tanto debole. Troppo debole per poter tramutare il suo aspetto per tanto tempo.  Scusa. Ma ora terribile dubbi o meglio ipotesi le corrodevano la mente: dato che ormai era certa che quello fosse il vero, unico, inimitabile Victor Pound, che poche settimane prima aveva trovato morto in una stanza bruciata dall’adremonio e di conseguenza pianto e sepolto, Lara Scelus si chiedeva come avesse fatto. Nella sua testolina, già da qualche minuto prima ronzava una strana idea, una cosa di cui aveva paura e che temeva più di ogni altra cosa. Horcrux, lei era l’Horcrux di Victor. Poteva essere l’unica spiegazione: non poteva mica essere resuscitato come Cristo. Ma come aveva fatto? Come aveva fatto ad imprimere un pezzetto della sua anima dentro di ella? Non ricordava nessun momento, nessun istante in cui questo avesse potuto avvenire. E allora? Allora cos’era successo? Poteva ancora illudersi che non fosse lei, che l’Horcrux fosse un oggetto particolare, magari il suo medaglione di smeraldo. E che quindi lei l’avesse a Roma e che Pound lo rivolesse per metterlo in un posto sicuro. Si sarebbero così spiegate le parole precedenti dell’uomo. Sperò con tutto il cuore che non fosse lei a fungere da contenitore dell’anima del compare. Ma egli era ancora il suo compagno di avventure? Nell’ipotesi peggiore l’aveva soltanto usata, usata per i suoi subdoli scopi, per rimanere in vita. E a quel punto tradita non avrebbe avuto altra scelta che il suicidio. Una bella Avada Kedavra alla tempia, o se preferiva lanciarsi su una spada trafiggendosi il petto come Didone, o ancora un po’ di cianuro sul gelato. Magari sarebbe rimasta in vita e sconfitto l’uomo che l’aveva sfruttata, ma con razionalità e freddezza del caso decise che non poteva agire subito. Se non era lei l’Horcrux si sarebbe uccisa e basta, lasciando al caro Pound strada libera, senza contare che sarebbe stato completamente inutile: lui non l’aveva tradita. E allora, allora cosa doveva fare? Doveva indagare, doveva avere risposte, certezze per qualsiasi sua mossa in futuro. L’uomo che indossava la maschera di ferro gettò un po’ di cenere all’aria e i suoi sospetti furono confermati. L’Horcrux esisteva. Era debole come Voldemort dopo la sua caduta, i sintomi erano gli stessi. Horcrux, nevvero? Chiese a bruciapelo e poi, diretta come la lama di un coltello pronto ad uccidere, come una freccia dell’arciere più abile domandò Sono io?   Pioveva nella notte, pioveva come se l’acqua ce l’avesse con la Terra, pioveva come se gli elementi fossero in guerra. Pioveva e le gocce bagnavano la donna, il cappuccio era sceso lasciando i capelli rossi inzupparsi e diventare come il sangue.



Edited by DDM Staff - 17/10/2011, 15:46
 
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view post Posted on 14/10/2011, 19:36
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Lara mi chiese scusa. Lo chiese con quel tono umile, forse per la prima volta realmente dispiaciuta di qualcosa. Aveva capito che se fino ad allora non le avevo mostrato il mio viso un motivo ci doveva essere.
Dopo che mi rimisi la maschera mi fermai qualche secondo a guardarla, pochi secondi di silenzio ornati da qualche tuono e illuminato da un paio di fulmini con la pioggia che incessantemente tendeva ad aumentare.. era lì la donna, con il cappuccio calato e quei rossi capelli che cadevano giù.. bagnati e rossi come il sangue, facevano da cornice a quel bel ritratto che era il suo viso, così bello e allo stesso tempo freddo reso perfetto da uno sguardo degno della regina del male.. già.. la regina del male perché era quello il suo obbiettivo ed il mio sicuramente non era da meno.. re? Oh no.. non mi sarei fermato lì.. io sarei andato ben oltre l’immaginazione del potere umano.. avrei superato il limite che forse con un’intera esistenza non avrei mai raggiunto.. ecco perché il fato si era mosso per favorirmi..
Horcrux disse Lara quasi preoccupata.. vedevo le sue mani come volersi stringere a pugno dalla rabbia, il suo viso era cambiato e come quest’ultimo anche il suo sguardo si faceva più freddo e tetro come mai l’avevo visto, forse era quello il vero volto della donna.. il volto di colei a cui non le si può recare tolto.. Il lupo delle ombre..
Mi chiese se fosse lei.. stetti zitto.. la guardavo impassibile come se non avessi notato alcun cambiamento nella sua persona, nel suo tono vocale dopo di che presi parole e serio dissi..
Si milady.. ma non per molto ancora.. le spiegherò tutto perché è giusto che sappia..
Feci una piccola pausa e poi ripresi..
Mi chiamano assassino, folle, vigliacco, senza cuore.. e va bene perché è gente stolta a chiamarmi così e facendo ciò incute paura dentro se stessa ed amplia la mia fama ed il timore che la gente ha di me ma.. ma non voglio che tu mi chiami traditore.. non potevo sapere come si formassero, avevano distrutto ogni traccia dopo l’era che Tu Sai Chi portò nel nostro mondo..
Ancora una volta allungai la mia mano verso il viso della donna, questa volta non le accarezzai i capelli bensì il tenero viso.. con tono più dolce (è na parola per uno come lui) continuai dicendo..
Risale tutto al giorno del parricidio.. quando uccisi mio padre sentì come se qualcosa dentro di me venisse meno.. inizialmente credevo fosse solamente un piccolo attimo per aver ucciso colui che aveva permesso la mia venuta in questo mondo, non potevo sospettare di un Horcrux.. non avevo i mezzi per conoscere come potesse avvenire la creazione di esso.. tuttavia sentivo che qualcosa era successo.. la mia anima era più nera del solito.. il mio comportamento mutava eppure non mi ero ridotto alle sembianze dell’Oscuro Signore dunque esclusi quell’ipotesi..
Tornammo indietro negli anni per motivi che tu già conosci, tornammo ad Hogwarts.. tornammo in un era dove nessuno aveva ancora eliminato le conoscenze sugli Horcrux.. pochi giorni dopo aver ricevuto l’incarico di docente di DCAO andai nel reparto proibito e frugai alla ricerca del libro che verrà letto da Colui Che Non Deve Essere Nominato.. lo trovai in poco tempo e lo lessi senza sosta..
L’Horcrux è un incanto che avviene attraverso un omicidio importante.. l’anima si scinde e va rifugiandosi all’interno di qualcosa o qualcuno per cui il mago provi qualcosa di, come detto per l’omicidio, importante..
Ho pensato dunque che fosse mia madre la persona in cui s’era poggiato quindi nemmeno in quel caso ti parlai.. passò un po’ di tempo e quasi sentivo quello che provavi.. dolori.. emozioni.. capì che eri tu il mio Horcrux.. un Horcrux che non avevo voluto creare.. sapevo come avresti reagito.. sapevo perfettamente che l’idea di crearne uno sarebbe stata bocciata seduta stante figuriamoci sapere che tu fossi l’Horcrux di qualcuno.. la tua anima violata dalla mia..
Tuttavia parte di me è uscita dal tuo corpo.. ero morto.. non v’era spirito ma.. quelle lacrime.. le tue lacrime erano il me che stava uscendo.. parte della mia anima prese le sembianze di un qualcosa di incorporeo, vagai tra gli studenti, presi possesso di uno di loro, una mente facile da controllare nonostante la mia debolezza.. grazie al suo corpo presi il mio sepolto vicino ai confini scolastici e abbandonando quello del giovane mi traferì nel mio.. tuttavia .. tuttavia non ripresi le mie sembianze naturali.. tornai come un non-morto simile all’Oscuro Signore solo più corroso e deformato.. avevo bisogno di riavere anche il resto della mia anima, per questo creai gli arcana..

Una piccola pausa..
Grazie a loro posso liberarti da me stesso.. tu tornerai pura e io riprenderò gran parte delle mie forze.. ti chiedo dunque di allungare il braccio sinistro verso di me e di non reagire per nulla al mondo a ciò che farò.. ho fatto il tutto per non turbarti.. non fare in modo che avvenga ora che posso far si che non sia avvenuto nulla..
Estrassi la bacchetta e attesi che Lara si fidasse di me.. quella fiducia avrebbe fatto si che tutto tornasse come prima..
Perché? Come? Erano domande a cui avrei dato risposta ma prima dovevo vedere se la Scelus.. la donna con cui ho condiviso le parti più importanti dell’ultima parte della mia vita si fidava ancora di me dopo tutto ciò.. se con lei potevo continuare quel progetto di dominio del mondo ..
 
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Phollia
view post Posted on 15/10/2011, 15:01




Le parole di Pound, quella piccola conferma dei suoi più terribili sospetti, quel monosillabo che la fece tremare. Era lei l’Horcrux, lo era da sei mesi, portava dentro di sé l’anima di qualcun altro, era impura, era una stana mescolanza. Si sentì girare la testa, la bacchetta che le scivolava tra le dita, eco di parole lontane che non sentiva nettamente, che le sembravano una lingua sconosciuta. Chiuse gli occhi, con l’indice riuscì a stringere alla mano la sua unica arma che, doveva ammettere, non le sarebbe servita. Respirò, respirò a fondo come per cercare qualcosa di estraneo dentro di sé, ma non lo trovò. Respirò ancora, più intensamente, ma anche quella volta non sentì nulla di diverso. Quanto si fidava ancora di Pound? Questa era la domanda principale. Poteva essere solo un suo subdolo giochetto per indurla ad ammazzarsi da sola, per togliere di mezzo un complice che lo conosceva come nessun altro, ma era possibile che il compagno di tante avventure avesse mentito fin dall’inizio? In fondo tra di loro c’era un vincolo di amicizia di anni, di decenni tra le famiglie purosangue. Sarebbe stata una bestemmia, un’eresia tradire in quello sporco modo l’altro. E poi il suo inconscio le diceva di fidarsi ancora, nonostante tutto. Ma perché lei, per era lei l’Horcrux? Alla sua domanda con le successive parole ci fu una risposta. Era stato un caso, un fatalità del destino, e ora Pound voleva mettere le cose a posto, farla ritornare quella che era. Gli occhi rimasero chiusi mentre la pioggia batteva sul suo vermiglio capo, si sentiva male. Era pur sempre una donna! Certe cose tutto di un botto non potevano essere dette così, aspettandosi un sorriso in risposta, una reazione tutto sommato buone. No, c’era rimasta male, era un duro colpo sia da accettare che con cui convivere. Nulla sarebbe rimasto come prima, nulla sarebbe tornato, tutto cambia, tutto si trasforma e quello era il loro caso. Non sarebbe mai stata più la stessa, una parte di Pound aveva vissuto in lei, aveva condiviso il suo corpo, si era impossessata della sua mente e non poteva nemmeno immaginare quello che sarebbe potuto succedere se per caso l’anima del Lord avesse provato a dominare la sua. Il mago dalla maschera di ferro le si avvicinò le toccò il volto in quello che per lui era una carezza molto probabilmente. Non si discostò, non rifiutò il tocco, cosa doveva fare? Fidarsi come avrebbe sempre fatto? Eppure non se la sentiva fino in fondo era combattuta, la sua anima era combattuta. Si appoggiò alla spalla dell’uomo, aprì gli occhi e non vide nulla, non vedeva la pioggia, i fulmini, la maschera d’acciaio. Aveva la vista annebbiata, con dei vaghi puntini. Sapeva cosa stava succedendo, le era già successo in passato. Aveva anche una spiegazione razionale per poter comprendere ciò che avveniva dentro di sé. L’anima del Lord sentiva che lei si opponeva, si opponeva ad un idea appartenente alla vecchia sorella che la attendeva per ricongiungersi. E la sua parte di psiche, compatta lottava, lottava per non farsi sottomettere e il suo corpo era talmente debole che non poteva essere un campo di battaglia perenne, stava cedendo, le forze l’abbandonavano. L’anima di Pound sentiva che la sua ricongiunzione era vicina, sentiva che il proprio padrone la rivoleva e cercava di scatenarsi di liberarsi dai vincoli del corpo della donna, ma le faceva male, la devastava; quel piccolo pezzetto estraneo la stava distruggendo e per quanto l’uomo non avesse avuto intenzione di scatenare tutto ciò stava accadendo. Più in fretta possibile si scoprì il braccio sinistro mostrando la pelle cerea ai tuoi della notte e barcollante non riuscì più a sentire la prese che aveva sulla spalla dell’uomo, le palpebre le si chiusero e cadde nel vuoto, priva di sensi.


 


Non era morta, era soltanto svenuta, ma Pound si sarebbe dovuto sbrigare prima che la sua “tenera” anima la uccidesse e ne prosciugasse la linfa vitale.



Edited by DDM Staff - 17/10/2011, 15:47
 
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view post Posted on 25/10/2011, 16:24
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Lara mi guardava.. titubava.. esitava.. era normale, si sentiva tradita, derisa eppure.. eppure doveva capire.
Comprendere cos’era accaduto, perché era accaduto e soprattutto.. cosa non era accaduto! Non ero morto grazie a quella fatalità.. al suo pianto che era calato, alle sue lacrime versate e a quella piccola sofferenza che la mia morte aveva portato in lei.. la morte di un compagno, la morte di qualcuno che in un solo anno l’aveva sostenuta, aiutata, fatto da complice per qualsiasi cosa e che ora.. pareva averla tradita.
Il viso esitava a reggere il confronto, le labbra si stringevano quasi a far forza e poi smorfie di dolore iniziarono a intravedersi nella donna..
Rimasi immobile, la magia nera che gli Horcrux portavano con se, la magia che essi riversavano nel corpo posseduto era enorme nonostante potesse essere percepita come una piccola parte del mago che aveva scisso la sua anima..
Si stava ribellando, voleva tornare da me e ben presto.. ci sarebbe tornata!
Non sapevo che cosa potesse pensare madame Scelus in quel momento sta di fatto però che si scoprì il braccio dopo di che svenne ma non cadde per terra.. la presi prima che potesse sporcarsi tra quel fango più di quanto fosse già bagnata per via della pioggia incessante..
Mi chinai lievemente e scostandole una ciocca di capelli dal viso sussurrai a quel viso inerme..
Presto sarà di nuovo Lara Scelus.. presto sarò di nuovo Victor Pound..
Alzai la mano destra impugnante la bacchetta e con forza tracciai una linea retta di circa 15cm sul braccio della vice preside, poi con un rapido gesto andai allargando la mano da destra verso sinistra quasi formando una croce con la linea creata poc’anzi che in un istante si aprì lasciando sgorgare sangue. Forse era meglio che Lara fosse svenuta, almeno così non avrebbe sofferto ancora.
Andai dunque con l’indice della mano sinistra ad accarezzare quell’enorme taglio.. al solo sfiorare del mio dito una forza oscura ne fuori uscì, una nube nera che m’avvolse, mi venne ritta come un fulmine nero in pieno viso.. la maschera cadde.. tirai un urlo di sofferenza e agonia, stavo come mutando, la mia pelle tremava, il mio corpo stava assumendo una deformità mai vista nemmeno quando mi comportavo da metamorfo mago, poi.. d’un tratto.. mi guardai le mani.. rosa, le unghie vive, mi toccai il viso.. c’era quella sottile barba.. la maschera giaceva per terra e per terra giaceva anche Lara, presi in braccio la donna e le passai nuovamente l’indice sulla ferita, questa volta dal basso verso l’alto, quest’ultima si chiuse, poi, con un far docile le accarezzai la fronte e trasfigurai una bara in una sedia, la posi li sopra ed attesi che si riprese.
Al suo risveglio avrebbe visto quella maschera per terra ed il mio viso, il mio corpo tornato come prima ed una grande cicatrice che però se ne sarebbe andata in poco tempo per via dell’incanto posto in riparo di quest’ultima..
Non appena riaprì gli occhi le dissi..
Ora è giunto il momento che ti spieghi tutto.. vedi, ho creato gli Arcana perché studiassero il contro incanto dell’Horcrux.. per ogni cosa, persino per l’anatama che uccide v’è un contro incanto ovvero la pietra della resurrezione.. ci ho messo circa un mese ma alla fine sono riuscito a creare un incanto che consiste nell’assorbimento dei poteri.. ogni mago ha delle capacità in eccesso che non utilizza o che vengono sfruttate nei momenti critici così ho imparato ad assorbirle tramite un procedimento che è quello poc’anzi fattoti.. ho recuperato il pezzo di anima che formava il mio corpo e con essa parte dei miei poteri.. quest’ultimo si è unito al pezzo precedente eppure.. eppure nonostante possa tener testa a qualsivoglia mago non sono ancora sazio.. crea una specie di dipendenza l’assorbimento di queste energie.. per un mese ho risucchiato la vita dalle persone di vari villaggi sperduti.. l’unico modo per saziarla è risucchiare il potere in eccesso della bacchetta di Sambuco.. allora si che potrò dirmi il mago più forte di tutti i tempi!
La guardai per un istante..
L’Assorbimento non comporta un indebolimento dell’arma o del mago poiché viene assorbito potere magico passivo quindi dopo essermi impossessato dell’eccesso di potere della bacchetta starà a te manovrarla come solo due maghi dei nostri tempi hanno saputo fare e che con noi saranno quattro.. Lara Scelus, il potere ti chiama.. risponderai agli Arcana?
Attendevo che ancora una volta mi ponesse il braccio sinistro, questa volta per “marchiarla” per imporle quel simbolo che tutti coloro aderenti alla setta dei misteri portavano con se..
 
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Phollia
view post Posted on 31/10/2011, 15:40




Lara era svenuta, incosciente si era adagiata al suolo, sorretta dalle deboli braccia di quello che era stato un compagno fedele. La pioggia continuava a batterle sul viso pallido, spendo, inerme, inespressivo. Da fuori qualsiasi essere vivente avrebbe giurato che stesse dormendo serenamente o che fosse morta. Non avevano idea di quello che la magia oscura aveva scatenato dentro di lei, non avevano idea, nemmeno Pound, di cosa un minuscolo pezzo di un’altra anima poteva causare alla propria. In fondo nessuno sapeva le conseguenze, i problemi, gli effetti collaterali di un Horcrux, tantomeno su colei che l’aveva contenuto. Probabilmente una traccia di quell’anima che ora stava cercando di possederla, di ucciderla perché senza controllo, sarebbe rimasto. Sapeva che sarebbe stata sconvolta, sapeva che non si sarebbe ripresa mai del tutto da quell’esperienza, sapeva, nel momento in cui era svenuta, che sarebbe stata costretta a pagare un dannato psicologo magico per farsi fare il lavaggio del cervello. Il tempo passava, passava mentre Pound, come le sarebbe stato raccontato in seguito, armeggiava con la bacchetta sul suo braccio. Il tempo, quell’obbiettivo, quel potere smisurato che avevano cercato di dominare che avevano provato a conquistare, a padroneggiare, raggiungendo un risultato lontanissimo da quello che avevano sperato. La gira tempo avrebbe dovuto permettere loro di navigare nelle epoche diventando così immortali, ma si erano bloccati, e per raggiungere i loro scopi sarebbe stato necessario altro, qualcosa di invincibile. Ad un tratto il vortice buio dove era caduta alcuni minuti prima scomparve, sentì le fredde gocce bagnarle la pelle, i rossi capelli, e Pound che gridava. Era sdraiata a terra, poteva sentire con la mano destra l’erba e il fango del cimitero sporcarle le dita. Provò ad aprire gli occhi e per dieci secondi non vide niente altro che nero, sbatté le palpebre, cercò di stropicciarsi un occhio con la mano sinistra ma sentì dolore, come se del fuoco bruciasse vivo sul suo braccio, come se un coltello girasse della ferita che probabilmente aveva. Portò la mano destra, sporca, sul lungo taglio, sentì il suo caldo sangue sui polpastrelli. Stava per svenire di nuovo, ma si sentì sollevata. Pound aveva smesso di gridare. Qualcosa, o meglio qualcuno, la stava prendendo in braccio e istintivamente lei si aggrappò al sua petto, rannicchiandosi in cerca di conforto. Per quello che poteva riuscire a pensare in quel momento, si chiese come mai non le avessero scagliato addosso un bel vingardium leviosa. Una mano calda le accarezzò la fronte fredda, bagnata. Si sentì poi posare su quella che pareva essere una panchina e il braccio sinistro, che continuava a pulsare e a sputacchiare sangue, fu cicatrizzato. Sentì come un formicolio sulla pelle e riprovò ad aprire gli occhi. Questa volta la vista era sfocata, ma vedeva. Vedeva una sagoma scura davanti a lei che aveva preso a parlare con quella voce familiare. Vedeva degli alberi in lontananza picchiati dal vento, vedeva un cerchio metallico per terra. Richiuse gli occhi e cercò di concentrarsi sulle parole del compagno. Cercò di carpire il senso di ogni singola sillaba, di memorizzarlo e ficcarselo in testa in modo che, quando sarebbe stata in condizioni migliori sarebbe riuscita ad analizzare razionalmente tutta la situazione per il momento non aveva altra scelta che fidarsi. Da quello che stava ascoltando sembrava veramente che non fosse stato volontario la creazione del suo Horcrux, sembrava che avesse fatto di tutto per mettere le cose a posto. Riaprì gli occhi fiduciosa che quella volta sarebbe andata meglio. Vide infatti  quello sguardo nero, scuro, quasi cattivo che indagava sul suo volto cereo, quello che tante volte l’aveva rassicurata, quello che per tanti significava morte e distruzione, ma che per lei era solo amico. Victor Pound. Il vecchio Victor Pound, quello che lei aveva sempre conosciuto, quel viso dai lineamenti duri, drudi. E poi, senza aspettare un istante, senza darle possibilità di scelta espose il nuovo piano. Un brivido le percorse la schiena e non era di freddo. L’azione, il pericolo, l’adrenalina stava, dopo mesi tristi, riprendendo possesso di sé. Erano troppe emozioni per una notte di tempesta? Si erano davvero troppe, ma non poteva sottrarsi, non poteva rimandare, il richiamo era troppo forte. Fece un debole sorriso e rispose a quel fiume di parole che l’aveva sferzata come la pioggia. “ Un Horcrux involontario, strano davvero, ma in fondo la casualità, il fato, la tuke ti ha salvato la vita. Dovremmo ringraziare, anche se io ho rischiato di rimetterci la pelle stasera o peggio l’anima. Direi che le cose si sono rimesse a posto, hai trovato la formula inversa grazie agli arcana. Devo ammettere che sospettavo ci fossi tu dietro dal momento in cui ho scoperto la tua tomba profanata. Non ritorneremo mai gli stessi della notte del Parricidio, Victor tutto cambia, tutto si trasforma, ma nulla si crea o si distrugge. Ora da amico, compagno di avventure me ne proponi una nuova ed io come potrei rifiutare Mylord? Come poteri dire di no alla ricerca del potere? La bacchetta di Sambuco, i doni … non ci avevamo mai pensato. Tu l’assorbi e io la domino giusto?” Fece una breve pausa, incrociò le gambe sulla panchina. Effettivamente non si erano mai occupati della ricerca dei doni, e la cosa l’attirava, la ghermiva, l’affascinava per quanto pericolosa potesse essere e perciò senza un’ombra di esitazione nello sguardo di ghiaccio rispose “Io non mi farò marchiare come tutti i tuoi servi, non lascerò che quel tuo simbolo insulso scalfisca il mio braccio sinistro già deformato dalla cicatrice. Perché ti voglio ricordare, Mylord, che io non sono come tutti gli altri.” E detto questo si puntò la bacchetta dietro alla nuca, dove i lunghi capelli normalmente avrebbero coperto la pelle e incise due lettere, S e P. Non poteva andare in giro per Hogwarts con il marchio degli arcana sul braccio. Antisgamo al massimo! Poi, puntando la bacchetta sul Lord disse “Sentirò dolore tutte le volte che sarai in pericolo e automaticamente saprò come raggiungerti. Vorrei lo stesso sulla tua pelle.”

 
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view post Posted on 20/11/2011, 13:29
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Inflessibile con gli occhi di ghiaccio fermavo me ed il mio sguardo sulla donna a me innanzi, quanto tempo che la conoscevo, quant’eravamo cambiati, i nostri ruoli, i nostri scopi.. solo i nomi si era mantenuti invariati. Nemmeno la nostra anima era più quella di prima, la sua profanata, la mia fatta a pezzi.
Stava cessando di piovere, le gocce iniziavano a cadere meno intensamente dal cielo tanto da permettere una visione chiara di quello che stava avvenendo, un ultimo tuono accompagnato da un, sempre ultimo, fulmine illuminarono quella scura serata abbracciata dalla Signora Morte venuta a braccetto con la Madre Vita poi tutto cessò tranne ovviamente quel gocciolio ritmico che si sentiva provenire dai rami degli alberi nelle vicinanze.
Il terreno era infangato e mollo, non v’era nessuno, nessuno e ancora nessuno.. non avevano osato interromperci, non era ancora giunta l’era dei folli eroi.. forse perché non ve n’erano o forse perché non credevano di averne realmente bisogno.. tsk.. se è così sarà certa disfatta perché, per quando si renderanno conto del pericolo, sarà troppo tardi.
Tornando a noi, o meglio a me e alla signorina Scelus.. beh.. non potevo fare altro che attendere ed ascoltare Lara, le avevo svelato una dura verità che difficilmente avrebbe superato..
Iniziò a parlarmi con tono pacato però nei suoi occhi leggevo dubbio e paura, aveva perso quella cieca fiducia e si poneva titubante innanzi a quell’uomo che tempo fa, magari, le appariva come l’unica persona in grado di comprenderla e su cui fare affidamento.
Ma la storia narra che i veri assetti sono quelli che si formano attraverso le pecche, gli errori, trovando lati positivi anche nei disagi causati e lei.. ne aveva trovato uno, potremmo dire, fondamentale.
Io ero vivo, se non fosse stato per quell’Horcrux ora sarei cenere, avevo riconquistato la mia forza eppure non ero la potenza di un tempo, potevo facilmente dominare in quell’era che non conosceva i fatti che avverranno.. sentivo una mancanza dentro di me, ero un’ombra, un’essenza che viveva in un corpo, potevo assentarmi come qualcuno che muore.. il mio cuore, le mie vene, tutto era divenuto più oscuro e malvagio.. avevo visto il Demonio e ne avevo preso aspetto e carattere da quest’ultimo, ecco cosa significa divenire un Horcrux e da esso assorbire energia altrui..
Avevo risucchiato me stesso, mi ero ucciso da solo per una seconda volta, avevo il mio potere ma non più la mia anima.
Lara accettò la mia proposta, i doni e in particolare la bacchetta di Sambuco le fecero come brillare gli occhi, disse che non c’aveva mai pensato io invece, da quand’eravamo arrivati in quell’era, non facevo altro che pensare a come ottenerli. Dovevo trarre il più grande vantaggio da quel fatidico errore che ci aveva riportati nell’era di ciò, che per noi, era già avvenuto.
Con un cenno di capo risposi positivamente rimanendo più stizzito per il suo rifiuto al venir marchiata..

Ogni Arcana porta quel simbolo come riconoscimento ed atto di fedeltà.. capisco che per te non ve n'è bisogno ma non toccarlo poichè, nonostante il parricidio io rimango pur sempre fedele alla casta che lo fondò.. è il simbolo della mia famiglia..
Poi mi disse che non lo voleva per il semplice motivo che già di me portava la cicatrice e che lei, non era come gli altri.. su questo non dissi nulla. Un lieve sorriso dopo di che fui io ad ascoltare lei..
Voleva marchiare me? .. prima però si fece avanti lei alzandosi i rossi capelli che le coprivano il collo e incidendo su di esso, con la bacchetta, le nostre iniziali così da permettere sia uno che all’altro di sapere quando il rispettivo altro fosse in difficoltà..

Va bene Lara ma non credo sentirai mai quella ferità bruciare.. il preside era l'unico che poteva contrastare il mio potere ed ora è a un passo dalla morte e vedrò di inviare qualcuno a finire il lavoro che avevo iniziato o magari lo finirò io stesso.. ancora devo decidere..

Con ironia e sguardo freddo conclusi questa frase dopo di che presi mano la bacchetta che avevo riposto tempo prima e feci la stessa cosa della vice preside di Hogwarts..

Mmm.. questo è tutto, quando dovrai parlarmi saprai come trovarmi.. non ci sono altre cose da aggiungere.. a breve terrò una riunione con gli Arcana più illustri.. ti aspetto..
Raccolsi la maschera di ferro da terra senza indossarla e me ne andai, scomparvi come un fulmine nero che, abbattutosi come un potente destino impossibile da cambiare, tornava indietro, ritto verso il cielo per poi lasciare agli occhi terrestri una semplice, scura, nube di fumo..
 
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10 replies since 9/10/2011, 14:52   213 views
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